SEATTLE GIORNO 1: JOEL
Ritroviamo "l'eroe" del mondo di TLOU leggermente invecchiato, con una barba ed un capello brizzolato, che gli donano ancora più fascino e maturità. Per quanto Joel lo controlliamo per il lasso di tempo di un battito di ciglia, ed effettivamente muoia alla fine del prologo; ai fini della trama, come già detto, la sua morte per mano di Abby rappresenta il leitmotiv dell'intera avventura; quindi è a tutti gli effetti uno dei tre personaggi principali. Egli rappresenta il vincitore morale del primo TLOU; poiché la sua morale, per quanto discutibile o meno che sia, ne esce vincitrice e rinforzata. Un uomo che a causa della pandemia del Cordyceps ha perso tutto, in particolare la figlia Sarah, morta fra le sue braccia a causa del fuoco di un militare che aveva il compito di eliminare i potenziali contagiati. Ne esce un uomo distrutto, segnato ed estremamente indurito e violento, che farebbe di tutto pur di sopravvivere. Eppure, dietro un uomo così provato dalla vita, con un passato così oscuro e brutale (il fratello, Tommy, ci farà capire di essersi allontanato da Joel poiché era diventato un uomo estremamente violento e senza scrupoli), si può scorgere nei suoi occhi una "malinconica" ed una ben celata umanità e bontà d'animo, pronta a riemergere col giusto stimolo. Questo stimolo si chiamerà Ellie, la ragazzina immune, che faticherà non poco ad entrare nelle grazie di Joel, abbattendo la sua dura scorza; ma una volta riuscitaci, diventerà per Joel la sua nuova ragione di vita, la sua nuova Sarah. Da qui il potentissimo finale del primo capitolo, in cui Joel sterminerà le "Luci" e rinuncerà a far creare la cura per l'umanità, pur di salvare Ellie, colei che gli ha permesso di voltare pagina, e sentirsi di nuovo "vivo"; un atto così egoistico, quanto perfettamente umano e comprensibile. Che senso avrebbe avuto sacrificare un'innocente per trovare una cura per un'umanità ormai corrotta, al collasso e senza speranza? Joel decide di darsi una seconda Chance, una nuova vita a Jackson in compagnia della sua nuova figlioccia. Poco importa di un mondo che , cura o non cura, è ormai condannato. Tutto The Last Of Us Part II esiste perchè ESISTE QUESTO FINALE. E' esattamente una lunghissima appendice alle conseguenze delle scelte di Joel, inclusa quella che fa in chiusura, ossia di mentire ad Ellie sul fatto che ci fossero altri immuni come lei, e che quindi l'avevano banalmente lasciata andare via. da qui si capisce le finezza di utilizzare all'interno del titolo quell'altisonante "PART II" invece che un banale "The Last Of Us 2". Il Joel che ritroviamo nel secondo capitolo, è un uomo che purtroppo non ha trovato la pace sperata, ma è tornato ad uno stato di profonda solitudine e rassegnazione. Questo perchè, come scopriremo nei flashback dedicati al suo rapporto con Ellie, la ragazza, grazie al fatto di non aver mai creduto fino in fondo alle parole di Joel riguardanti la cura e le Luci, tornerà sul luogo dell'accaduto, e scoprirà tutta la verità. Da qui la sua rezione nel non voler più vedere né sentire più Joel. E pensare che nel prologo a lui dedicato, lo vediamo intento a prendersi cura di Ellie, insegnadole a suonare la chitarra, intonando "Future days" dei Pearl Jam, un pezzo pregno di significato, che ritornerà più volte anche fra le corde della chitarra di Ellie, in particolare col primo verso della canzone "If i ever were to lose you i'd surely lose myself"; che racchiude in sè tutta l'importanza del legame fra i due protagonisti, e soprattutto diventa una predizione delle CONSEGUENZE della rottura di questo sofferto rapporto. Poi ci sono i flashback, in cui l'uomo insegna alla ragazzina a nuotare, da cui capiremo come passano il loro tempo libero insieme, come la gita a sorpresa al museo per il compleanno di lei, (un altro dei momenti più alti di tutta l'opera). Tuttavia questo bellissimo ed amorevole rapporto padre-figlia subirà una brusca frenata, con la scoperta della verità da parte della protagonista. Cosa rimane da fare quindi a Joel? Vediamo che l'uomo nella sua quotidianità si concentra nell'artigianato. In particolare nella lavorazione del legno, come scopriamo all'interno della sua casa, troviamo statuette di animali ed addirittura si improvvisa liutaio, costruendo e riparando chitarre. Tutta questa tranquillità è scandita molto dalle ronde per liberare l'area intorno a Jackson dagli infetti; infatti è proprio durante una di queste che incontrerà e salverà Abby dagli infetti. Per molti quest' episodio ha rappresentato uno di quei momenti "out of character", dato che, come lo stesso Joel affermava nel primo capitolo, non bisogna fidarsi di nessuno, ed ogni sconosciuto rappresenta una potenziale minaccia. E Joel non solo salva la ragazza, insieme a Tommy, ma la segue anche nel covo dei suoi compagni, dove cade dritto nell'imboscata. Da molti questo comportamento così ingenuo da parte di Joel è stato giustificato dal fatto che, grazie alla nuova vita condotta nella cittadina, l'uomo si sia giustamente un po’ "adagiato", abbia allentato un po’ la tensione e si sia lasciato andare a comportamenti più "cordiali e socialmente accettabili". Una visione condivisibile, dato che il Joel di TLOU 2 ne ha passate tante e sta cercando di ricominciare dando una seconda chance all'umanità attraverso il suo legame con Ellie, seppur questo legame si sia in qualche modo allentato se non spezzato. Ma è nella casa con Abby e gli altri membri del WLF che Joel viene mostrato in tutta la sua vulnerabilità e fallibilità. Qui, dopo la fucilata alla gamba subita ed un vano sforzo per provale a divincolarsi dal gruppo nemico, inizia ad essere torturato da Abby. Quando riusciamo a raggiungerlo con Ellie giace a terra, col viso coperto dal sangue e dalle ferite; tuttavia ancora cosciente. Il suo sguardo, come mai prima d'ora, ci trasmette tanta tristezza, rimorso e rassegnazione; tre emozioni dovute alla consapevolezza che non avrebbe più avuto il tempo di provare a chiarirsi e a ricominciare con la sua Ellie. Come già detto, la morte di Joel rappresenta l'episodio più coerente e potente dell'avventura, la "sconfitta dell'(anti)eroe", un modo brutale e quasi sminuente per dirgli addio, ma proprio per questo, così coerente con quel mondo che non risparmia nessuno e così "vero", che gli rende il giusto tributo. Il giusto tributo ad una grandissima icona dei videogiochi.